
“Roundabout”, una pietra miliare nella discografia della band progressiva britannica Yes, si distingue per l’intricata fusione di melodie orecchiabili e sonorità jazzistiche sperimentali. Pubblicato nel 1971 come parte dell’album “Fragile”, il brano ha conquistato il pubblico internazionale grazie alla sua struttura complessa ma accessibile, un equilibrio precario che ha contribuito a rendere Yes uno dei gruppi più influenti del rock progressivo.
Un Viaggio Sinfonico in Otto Minuti
“Roundabout” inizia con un celebre riff di chitarra acustica, eseguito magistralmente da Steve Howe, che apre la strada ad una melodia vocale memorabile cantata da Jon Anderson. La voce cristallina e il falsetto caratteristico di Anderson si sposano perfettamente con il testo poetico e surreale, creando un’atmosfera onirica che invita l’ascoltatore a perdersi nel viaggio sonoro proposto dalla band.
La sezione centrale del brano introduce una complessa progressione di accordi e ritmi sincopati, con assoli virtuosistici di tastiera da parte di Rick Wakeman e interventi di basso groovy da parte di Chris Squire. L’atmosfera si intensifica ulteriormente con l’ingresso dei piatti e della batteria di Bill Bruford, il cui ritmo incalzante contribuisce a creare un climax musicale irresistibile.
Il brano culmina con un ritornello potente e melodico che riprende la frase iniziale del riff di chitarra acustica, chiudendo il ciclo in modo soddisfacente. La durata complessiva di otto minuti rende “Roundabout” una vera e propria sinfonia rock, capace di catturare l’attenzione dell’ascoltatore dall’inizio alla fine.
Yes: Pionieri del Rock Progressivo
Formati a Londra nel 1968, i Yes si distinsero fin dal loro esordio per l’ambizione musicale e la maestria tecnica dei singoli membri. La formazione classica comprendeva Jon Anderson (voce), Chris Squire (basso), Peter Banks (chitarra), Tony Kaye (tastiere) e Bill Bruford (batteria).
La band sperimentò diverse sonorità nel corso degli anni ‘70, passando dal rock psichedelico a un sound più complesso ed elaborato, caratterizzato da tempi dispari, arrangiamenti orchestrali e testi filosofici.
L’Impatto di “Roundabout” sulla Musica
L’enorme successo di “Roundabout”, sia in termini di vendite che di airplay radiofonico, contribuì a portare il rock progressivo ad un pubblico più ampio. La canzone divenne un inno generazionale e una pietra miliare del genere, influenzando artisti successivi come Genesis, Rush e Dream Theater.
Anche oggi “Roundabout” rimane uno dei brani più amati e ascoltati della storia del rock, grazie alla sua melodia orecchiabile, l’arrangiamento complesso e l’interpretazione magistrale di tutti i membri della band.
Elementi Musicali Chiave
Elemento | Descrizione |
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Riff di chitarra acustica | Un motivo semplice ma memorabile che apre il brano |
Melodia vocale | Una linea melodica accattivante e orecchiabile cantata da Jon Anderson |
Testo | Parole poetiche e surreali che invitano all’interpretazione |
Assoli di tastiera | Virtuosismi di Rick Wakeman che arricchiscono la tessitura musicale |
Elemento | Descrizione |
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Basso groove | Un’inconfondibile linea di basso da parte di Chris Squire che trascina il brano |
Batteria incalzante | Bill Bruford crea un ritmo dinamico e ipnotico |
Struttura complessa | La canzone si sviluppa in diverse sezioni con cambi di tempo e melodia |
Oltre “Roundabout” : L’eredità musicale di Yes
Oltre a “Roundabout”, i Yes hanno prodotto una vasta discografia ricca di capolavori come “Close to the Edge”, “The Yes Album” e “Going for the One”. La loro musica continua ad essere ascoltata e apprezzata da generazioni di fan, grazie alla sua complessità, bellezza e originalità.
L’influenza dei Yes si estende anche ad altri generi musicali, come il jazz fusion e la musica classica contemporanea. Il loro approccio innovativo all’arrangiamento e alla composizione musicale ha aperto nuove strade e ispirato innumerevoli artisti nel corso degli anni.